La gestione e la conduzione
del colloquio
Si è già detto del
collegamento tra obiettivi di misurazione e specifiche fasi del colloquio. Nel rispetto
delle fasi costitutive del colloquio è indispensabile ripercorrere quali attenzioni
didattiche sono state spese nel corso dell'anno scolastico per le singole parti e quanto
peso si vuole far assumere nel colloquio ad ognuna di esse. Che un'ampia variabilità
abbia giocato e giocherà su questo punto è inevitabile, almeno finchè non si
stabiliranno degli standard. Nella CM n.233/99 si sottolinea fortemente l'esigenza di
maggior democraticità quando si ricorda che "Da riscontri effettuati a
conclusione della sessione di esami 1998-99, è emerso, infatti, che non di rado lintero
colloquio si è risolto nella sola discussione dellargomento o nella presentazione
dellesperienza di ricerca e di progetto da parte del candidato, nonostante la chiara
previsione delle disposizioni regolanti la materia, che, al riguardo, parlano di
"inizio del colloquio". Inoltre si è avuta notizia di colloqui interamente
incentrati su una sola disciplina, in evidente contrasto con le norme che stabiliscono che
lo stesso deve svolgersi su argomenti proposti al candidato attinenti le diverse
discipline, anche raggruppate per aree disciplinari e riferiti ai programmi e al lavoro
didattico dellultimo anno di corso."
La validità del colloquio nell'esame consiste allora nell'effettivo rispetto della
scansione delle diverse fasi, nella presenza di pluridisciplinarità (non obbligata,
ovviamente) e nella sua durata complessiva.
Per evitare in futuro il ripresentarsi degli stessi problemi vale la pena rileggere le
differenti fasi previste per individuare le possibili interpretazioni e gli eventuali
correttivi da adottare. Secondo lO.M. n.38, art.16, c.22: "Il
colloquio ha inizio con un argomento o con la presentazione di esperienze di ricerche e di
progetto, anche in forma multimediale, scelti dal candidato. Esso, tenendo conto di quanto
previsto dal comma 8, prosegue su argomenti proposti al candidato a norma dell'art.4,
comma 5. Gli argomenti possono essere introdotti mediante la proposta di un testo, di un
documento, di un progetto o di altra indicazione di cui il candidato individua le
componenti culturali, discutendole. Nel corso del colloquio deve essere assicurata la
possibilità di discutere gli elaborati relativi alle prove scritte." 9
Per quanto riguarda la prima fase, quella dellargomento a "carico" o
"a scelta" del candidato, si possono evidenziare alcune riflessioni e modalità
di intervento:
si può interpretare questa fase come la possibilità di "alleggerire l'ansia del candidato, offrendogli la possibilità di gestire il colloquio" (cfr. Drago, 1999). Per seguire questa ottica diventa indispensabile preparare adeguatamente lo studente o altrimenti questa fase può ritorcersi sull'andamento complessivo del colloquio (non c'è cosa peggiore che sbagliare la domanda a scelta o a piacere);
la tipologia dell'argomento portato dal candidato può spaziare dall'antica "ricerca" (o tesina) al contributo di ricerca originale e/o a carattere scientifico. D'altro canto anche il suo orizzonte disciplinare/pluri può essere oggetto di valorizzazione solo a patto che sia un "prodotto" che permetta di valutare il "processo" di costruzione e la sua presentazione;
l'individuazione e la costruzione del "prodotto" dovrebbe essere il momento di massima dialettica tra studente/classe/docenti. E' un po come quando ci si rivolge al docente universitario per l'assegnazione della tesi. O avevamo qualche idea (interesse) da presentare al docente per poter eventualmente co-costruire il prodotto/tesi, o accettavamo le sue proposte (a volte motivanti a volte meno), o cambiavamo docente (percorso). Insomma qualsiasi scelta si compia essa va negoziata, presentata in largo anticipo (al termine del primo quadrimestre o al più tardi allinizio del secondo), e preparata nel rispetto dei singoli ruoli (il docente "facilita" in qualità di esperto, lo studente ricerca le fonti, assembla i documenti, produce, );
la costruzione del "prodotto" da portare al colloquio potrebbe essere un progetto di gruppo (anche trasversale tra le classi). Ci si potrebbe ricollegare/riferire alle attività svolte nei diversi istituti secondari nell'ambito delle aree di progetto e/o di approfondimento, o a progetti specifici;
il progetto, ricerca, tesina, argomento scelto dovrebbe essere presentato alla commissione sulla base di una scheda sintetica (magari inizialmente messa a punto dai docenti per delineare la struttura generale del compito). La scheda dovrebbe esplicitare gli obiettivi, i collegamenti, i tempi di realizzazione, le fasi ecc. Oltre all'innegabile vantaggio di poter offrire alla commissione una scaletta per poter seguire con eventuale attenzione, essa presenterebbe elementi su cui poggiare parte della valutazione.
Dopo la presentazione dell'argomento a cura del candidato, il colloquio prosegue (seconda fase) con la parte proposta dalla commissione (a carico dei commissari/docenti):
se la commissione concorda preventivamente quali argomenti, testi, documenti, ecc. utilizzare nei diversi momenti, con i diversi candidati, potremmo parlare di fase strutturata. In caso contrario ;
la gestione di questa fase è di particolare difficoltà senza una "regia" o un "copione" definiti;
potrebbe essere utile stabilire, a grandi linee, un qualche codice di comportamento linguistico (se non deontologico) da rispettare da parte di tutti i membri di commissione (presidente incluso). (cfr. Domenici, 1991, pp.119-20).