IL FALSO MITO

DELLA FACOLTA' FACILE

Un numero infinito di iscritti e un numero definito sulle dita di due mani di laureati: queste le imbarazzanti statistiche della Facoltà di Economia.

Eppure, quando ho scelto di iscrivermi a MARKETING E COMUNICAZIONE presso questa Facoltà, il primo e anche l’ultimo commento ricevuto riguardava la "facilità" dei suoi Corsi di Laurea rispetto a quelli di altre Facoltà da me scartate.

L’incoerenza tra i dati e le "voci di corridoio" è lampante, ma la ragione del pettegolezzo si spiega semplicemente dando un’occhiata alle scelte di studio delle "matricole": molte di queste hanno scelto di trascorrere i primi mesi fuori dalle aule, si presuppone a studiare. Alla resa dei conti, poi, l’unico esame sostenuto per cui si è sicuri di mettere la mano sul fuoco senza scottarsi è quello di informatica.

Probabilmente il disorientamento davanti al "nuovo mondo" è più pesante del libro di diritto privato, o forse si è troppo sicuri di poterlo vincere in qualsiasi momento, data la facilità del Piano di Studi.

L’universo completamente nuovo che io ho visto qui, a mio avviso, non dà esattamente l’impressione di essere semplice da affrontare.

Ma conta di più quello che racconta un neo – iscritto che conosce meglio il Bar delle aule, e che ha scelto Economia pensando di poter avere senza fatica un pezzo di carta in più per il mondo del lavoro.

Come ogni mito, anche questo è solo una bella storiella, alibi di chi non ha ancora voglia di impegnarsi.

Dunque racconterò anch’io una "storiella", ma questa ha ben poco di bello e soprattutto di facile.

LO SCOGLIO DELLA MATEMATICA

Prime due ore del primo giorno: lezione di matematica per l’Economia.

La situazione è ovviamente scomoda tra mille studenti in aula, il professore che spiega ininterrottamente e quei pochi che ogni tanto chiedono silenzio se il costante mormorio di sottofondo sovrasta la voce dell’insegnante.

Tutto ciò per riuscire a spuntarla nella "mission impossible" dell’esame. Chiunque che è qui da almeno un anno potrà testimoniare nel migliore dei casi di aver trovato difficoltà a superare l’esame di matematica con un voto tra il 18 e il 22, o più comunemente di aver rinunciato, o addirittura di esser stato bocciato all’orale oppure direttamente allo scritto.

Molte "matricole" a questo punto sono ad un bivio: concentrarsi solo sulla matematica, oppure rimandarla ad un momento più fortunato.

Il panico è diffuso nello stesso modo nei tre corsi, tra gli studenti fedeli ai tradizionali metodi del professor Albano, quelli "eletti" che hanno la possibilità di sostenere l’esame ad esoneri del professor Barile, e quelli che corrono dietro la "dinamica" professoressa Diomede. Il risultato è che dopo le prime due settimane le aule hanno visto le ultime file vuote, ma il corso pur sempre affollato. L’aula II gode di un trattamento diverso, poiché grazie agli esoneri la frequenza è più costante e sicuramente più numerosa (molti si saranno trasferiti nel corso E – N), a discapito, però, dello svolgimento del programma che, fino ad ora, è stato più lento.

In fin dei conti, tra pro e contro, non ci sono grandi differenze tra i tre corsi, l’esame rimane, com’è stato definito dai ragazzi "più esperti", uno scoglio.

IL DILEMMA DEL DIRITTO

Se dovessi scrivere una parola per ogni studente che frequenta diritto pubblico e diritto privato mi fermerei approssimativamente qui.

C’è poco da dire, dunque: seguire o non seguire? THAT’S THE QUESTION!

Come al solito la soluzione più comoda, più consigliata e quindi più gettonata è sempre la seconda.

I diritti, si dice, sono materie da studiare da soli, seguire le lezioni fa solo sprecare tempo, mentre da autodidatta si potrebbe fare molto di più in meno tempo. Purtroppo, però, pochi sono quelli che davvero riescono a sedersi davanti ad un libro da mille pagine (più due parti speciali), studiarlo da capo a piedi e poi sostenere l’interrogazione più vasta della sua vita. E alla fine del semestre non ci si presenta neanche all’esame.

A volte le materie che vanno solo studiate (come i diritti) sono più complicate di quelle che vanno prima capite e poi studiate (come la matematica). E’ questa la motivazione di quelli che insistono a non mancare alla lezione di diritto, magari sperando di riuscire ad assimilare più facilmente le nozioni base. Ma il "mattone" è sempre sulla scrivania che aspetta di essere aperto.

LA LEGGENDA DI INFORMATICA

Non sono pochi i ragazzi che dopo il primo anno come unico esame superato hanno solo informatica.

La "leggenda" racconta che i professori in questione siano magnanimi e si basino su una scala di voti che va da 23 a 28.

Sarà per questo che durante la lezione di informatica non mancano neanche quelli che hanno deciso di non frequentare il seguitissimo corso di matematica!

E probabilmente è a sua volta per questo, e perché ci sono solo due corsi di informatica invece di tre come per le altre materie, che le due aule interessate dal corso traboccano studenti, rendendo l’ascolto quasi impossibile.

Quel "quasi" trova la sua motivazione nel fatto che, fortunatamente, tutto quello che il professore dice al suo microfono è proiettato sinteticamente sopra la sua testa!

Chissà, forse questa minore necessità di attenzione, rendendo l’ascolto meno impegnativo, gioca un ruolo determinante nella prelazione tra le materie da seguire riservata ad informatica.

BARBARA BORTONE