Traduzione di Marco Roberto Capelli
Un posto pulito, illuminato bene di Ernest Hemingway
Pubblicato su PB19
Quando
Ernest Hemingway scrisse A Clean, Well-Lighted Place,
nel 1926, aveva 28 anni. Il racconto fu successivamente incluso nella
raccolta Winner take nothing del 1933.
E’ opinione comune - e certo non infondata - che Hemingway dia il meglio di
sè nei racconti. O, forse, i racconti consentono un accesso più immediato,
più intuitivo al complesso mondo dell’autore statunitense. Quasi un
condensato o una enciclopedia, suddivisa per argomenti.
Quel che è certo è che Un posto pulito, illuminato bene ci presenta un
Ernest Hemingway al suo meglio: caustico, sintetico, teso, essenziale e
secco. Nessuna concessione, neppure in fieri, alla prolissità delle opere
più tarde. Dialoghi che schioccano come un colpo di frusta, immagini che si
succedono con una tecnica decisamente impressionistica (il soldato, la
ragazza, l’ombra delle foglie appena mosse dal vento e, soprattutto, il
vecchio, sordo, silenzioso, ubriaco, solo - assolutamente solo) e su tutto,
sospesa, inespressa una domanda. Anzi, la domanda. Il quadro, potenzialmente
quasi banale, si traduce invece nella più sorprendente e blasfema preghiera
della letteratura americana.
L’azione si disegna attraverso i dialoghi dei due camerieri: pennellate
rapide, nitide, precise. Tre protagonisti che, ovviamente, rappresentano
altrettante fasi della vita: le illusioni giovanili, il disincanto dell’età
matura, la muta disperazione della vecchiaia. Il caffè si trasforma in una
perfetta rappresentazione scenica - quasi teatrale -un microcosmo completo.
Il buio fa paura. Non per quel che contiene, ma per quel che non contiene.
E’ come se l’oscurità fosse una porta, uno squarcio attraverso il velo
dell’illusione che circonda ogni cosa. Una porta aperta sull’abisso ed oltre
la soglia... Nulla, nada. Nothing.
La fortuna è non accorgersene... molti non se ne accorgono mai. Niente di
male sia chiaro, come dice il cameriere più anziano: “Non è solo una
questione di età o di fiducia, siamo di due tipi differenti”.
Ma, poi, se tutto è davvero nada, allora niente è davvero importante. Prima
o poi arriverà anche il mattino, per non pensare più. Nel frattempo, bastano
un altro brandy, un altro bar e, naturalmente, la luce elettrica.
Certainly.
Hemingway scrisse questo racconto quando aveva meno di trent’anni.
Trent’anni dopo si sarebbe suicidato sparandosi con un fucile da caccia.
Forse non ne poteva più del nada che è in ogni luogo, o forse, soltanto, non
se la sentiva più di rimanere solo, in un caffè, ad attendere il mattino.
Ma forse, si disse, è solo insonnia. Deve essere un problema abbastanza
comune... (M.R.C)
* * *
He (Hemingway) has reduced the veil between
literature and life, which is what every writer strives to do. Have you read
'A Clean Well-Lighted Place'?...It is masterly. Indeed, it is one of the
best short stories ever written...
(Hemingway) ha assottigliato il velo che si stende tra letteratura e vita,
che è poi quello che ogni scrittore si sforza di fare. Avere letto “Un posto
pulito, ben illuminato”? ... E’ un capolavoro. In effetti, è uno dei
racconti migliori che siano mai stati scritti.
James Joyce
* * *
Un posto pulito, illuminato bene
di Ernest Hemingway
Era molto tardi e quasi tutti se n'erano andati dal caffè, tranne un vecchio
che sedeva nell'ombra che le foglie dell'albero proiettavano schermando la
luce delle lampade elettriche.
Durante il giorno la strada era polverosa, ma di notte la rugiada faceva
depositare la polvere ed al vecchio piaceva stare seduto lì fino a tardi,
perché era sordo e di notte, quando tutto era tranquillo, riusciva a sentire
che era diverso.
I due camerieri nel caffè sapevano che il vecchio era un po' ubriaco e,
anche se era un buon cliente, sapevano che se si fosse ubriacato troppo se
ne sarebbe andato senza pagare, così lo tenevano d'occhio.
"La settimana scorsa ha tentato il suicidio." disse uno dei camerieri.
"Perché?"
"Era disperato."
"Per quale ragione?"
"Nessuna."
"Come lo sai che non aveva una ragione?"
"Ha un sacco di soldi."
Si sedettero ad un tavolo che stava contro il muro vicino alla porta del
caffè e continuarono a guardare la terrazza dove i tavoli erano tutti vuoti
tranne quello dove sedeva il vecchio, all'ombra delle foglie dell'albero che
si muovevano leggermente nel vento.
Una ragazza ed un soldato passarono per la strada. La luce del lampione si
riflesse sulla targhetta d'ottone che pendeva dal collo del soldato. La
ragazza non portava niente in testa e faticava a tenere il suo passo.
"La pattuglia lo beccherà." disse uno dei camerieri.
"Che importa, se otterrà comunque quello che sta cercando?"
"Farebbe comunque meglio ad allontanarsi dalla strada adesso. La pattuglia
lo prenderà. E' passata appena cinque minuti fa."
Il vecchio seduto nell'ombra batteva sul vassoio con gli occhiali. Il
cameriere più giovane andò da lui.
"Che cosa vuole?"
Il vecchio lo guardò. "Un altro brandy," disse.
"Si ubriacherà," disse il cameriere. Il vecchio lo guardò. Il cameriere andò
via.
"Resterà qui tutta la notte," disse al collega "Ed io ho già sonno. Non vado
mai a dormire prima delle tre. Avrebbe dovuto ammazzarsi la settimana
scorsa."
Il cameriere prese la bottiglia di brandy ed un altro bicchiere dal bancone
dentro al caffè e marciò verso il tavolo del vecchio. Appoggiò il cabaret e
riempì il bicchiere di brandy fino all'orlo. "Ti saresti dovuto ammazzare la
settimana scorsa" disse all'uomo sordo.
Il vecchio fece un gesto con le dita. "Un po' di più," disse. Il cameriere
continuò a versare così che il brandy traboccò e scivolò giù dentro al primo
vassoio della pila. "Grazie," disse il vecchio.
Il cameriere riportò la bottiglia nel caffè. Si sedette nuovamente al tavolo
con il suo collega.
"Adesso è ubriaco," disse.
"Si ubriaca tutte le notti."
"Perché voleva ammazzarsi?"
"Cosa ne so io?"
"Come ha fatto?"
"Si è impiccato con una corda."
"Chi lo ha tirato giù?"
"Sua nipote."
"Perché lo ha fatto?"
"Per salvargli l'anima."
"Quanti soldi ha?"
"Un sacco."
"Deve avere almeno ottant'anni."
"Sì, credo proprio che abbia ottant'anni."
"Vorrei che andasse a casa. Non riesco mai ad andare a letto prima delle tre
del mattino. Che razza di ora è per andare a letto?"
"Lui sta sveglio perché gli piace."
"Lui è solo. Io no. Ho una moglie che mi aspetta nel letto."
"Anche lui aveva una moglie, una volta."
"Una moglie adesso non gli servirebbe a niente."
"Chi lo sa? Forse starebbe meglio se avesse una moglie".
"Sua nipote si occupa di lui. Hai detto che lo ha tirato giù lei.".
"Lo so."
"Non mi piacerebbe essere così vecchio. I vecchi sono cose sporche."
"Non sempre. Questo vecchio è pulito. Beve senza rovesciare una goccia.
Persino adesso che è ubriaco. Guardalo."
"Non ho voglia di guardarlo. Vorrei solo che andasse a casa. Non ha nessun
rispetto per la gente che deve lavorare."
Il vecchio guardò la piazza attraverso le lenti degli occhiali, poi guardò i
camerieri.
"Un altro brandy," disse, indicando il suo bicchiere. Il cameriere che aveva
fretta andò da lui.
"Finito," disse, parlando con quell'omissione di sintassi che gli stupidi
usano quando parlano con la gente ubriaca o con gli stranieri. "Basta
stanotte. Adesso chiuso."
"Un altro," disse il vecchio.
"No. Finito." Il cameriere iniziò a spazzare un lato del tavolo con un
tovagliolo scuotendo la testa.
Il vecchio si alzò, contò lentamente i vassoi, tolse un portamonete di pelle
dalla tasca e pagò quel che aveva bevuto lasciando mezza peseta di mancia.
Il cameriere lo guardò mentre si allontanava, un uomo molto vecchio che
camminava con passo incerto ma con dignità.
"Perché non gli hai permesso di restare a berne un altro?" chiese il
cameriere che non aveva fretta. Stavano già chiudendo la serranda.
"Non sono ancora le due e trenta."
"Voglio andare a casa, a letto."
"Che differenza fa un'ora?"
"Fa più differenza per me che per lui."
"Un'ora è sempre un'ora."
"Adesso parli come se fossi vecchio anche tu. Poteva comprarsi una bottiglia
ed andare a bersela a casa."
"Non è la stessa cosa."
"No, non lo è." acconsentì il cameriere che aveva una moglie. Non voleva
essere ingiusto. Aveva solo fretta.
"E tu? Non hai paura ad andare a casa prima del solito?"
"Stai cercando di insultarmi?"
"No, hombre, sto solo scherzando."
"No," disse il cameriere che aveva fretta, alzandosi dopo aver agganciato la
serratura di metallo. "Mi fido. Mi fido molto."
"Hai gioventù, fiducia e un lavoro," disse il cameriere più vecchio. "Hai
tutto.".
"Ed a te cosa manca?"
"Tutto, tranne un lavoro."
"Hai le stesse cose che ho io. "
"No. Non mi sono mai fidato di nessuno, e non sono giovane."
"Avanti. Smettiamola con queste sciocchezze e chiudiamo."
"Io sono uno di quelli a cui piace restare al caffè fino a tardi." disse il
cameriere più vecchio.
"Con tutti quelli che non vogliono andare a letto."
"Io voglio andare a casa ed infilarmi a letto."
"Siamo di due tipi differenti," disse il cameriere più vecchio. "Non è solo
una questione di età o di fiducia, anche se queste sono comunque cose molto
belle. Ogni notte sono riluttante a chiudere perché potrebbe arrivare
qualcuno che ha bisogno del caffè."
"Hombre, ci sono bodegas aperte tutta la notte."
"Tu non capisci. Questo è un caffè pulito e piacevole. E' illuminato bene.
La luce è molto buona e poi, adesso, c'è l'ombra delle foglie."
"Buona notte," disse il cameriere più giovane.
"Buona notte," disse l'altro. Spense la luce continuando la conversazione
fra sé e sé. Era la luce, ovviamente, ma era comunque necessario che il
posto fosse pulito e piacevole. Certamente non ci deve essere musica. Né si
può stare con dignità in piedi di fronte ad un bancone, anche se è l'unica
cosa che puoi trovare dopo una certa ora. Di che cosa aveva paura? Non era
paura né timore, era un nulla che conosceva troppo bene. Tutto era nulla,
anche gli uomini erano nulla. Era solo quello e la luce era l'unica cosa di
cui aveva bisogno, assieme ad un poco di pulizia e di ordine.
Alcuni ci vivevano e neanche se ne accorgevano, ma lui lo sapeva che tutto
era nada y pues nada y nada y pues nada. Nada nostro che sei nel
nada, nada sia il tuo nome ed il tuo regno, nada
la tua volontà in nada come in nada. Dacci oggi il nostro
nada quotidiano e rimetti a noi i nostri nada come noi
rimettiamo ai nostri nada e liberaci dal nada; pues nada.
Ave o nulla pieno di nulla, che il nulla sia con te.
Sorrise e si fermò davanti ad un bancone con una luccicante macchina del
caffè a pressione.
"Che cosa vuole?" chiese il barista.
"Nada".
"Otro loco mas(1)," disse il barista e si voltò.
"Una tazzina," disse il cameriere.
Il barista gliela versò.
"La luce è brillante e piacevole, ma il bancone non è lucidato," disse il
cameriere.
Il barista lo guardò ma non rispose. Era troppo tardi per fare
conversazione.
"Vuole un'altra copita?" chiese il barista.
"No, grazie," disse il cameriere ad uscì. Non gli piacevano i bar e le
bodegas. Un caffè pulito e ben illuminato era una cosa molto diversa.
Ora, senza più pensare, sarebbe andato a casa, nella sua stanza. Si sarebbe
coricato sul letto e finalmente, con la luce del giorno, si sarebbe
addormentato. Dopo tutto si disse, è probabilmente solo insonnia. Deve
essere un problema abbastanza comune.
Ernest Hemingway 1926
Traduzione di Marco R. Capelli
(1) Un altro matto.