Esame di Stato

(www.sapere.it)

Il colloquio, per non rimanere senza parole

Eccoci davanti alla commissione con le occhiaie, le mani sudate e la lingua incollata al palato: siamo convinti di non sapere nulla e che i docenti ci faranno proprio quelle domande a cui non sappiamo dare risposta. Contro il panico dell’orale, i consigli di Sapere.it: facili da applicare, vi insegneranno un metodo per cavarsela anche in situazioni “disperate”.

Saper parlare: un’arte
Esprimere a voce il proprio pensiero è una capacità che appartiene a ciascuno di noi e, di solito, si svolge in modo del tutto naturale e spontaneo. Spesso, tuttavia, il discorso orale diventa una vera e propria “arte”, con tanto di tecnica orientata a informare e persuadere il nostro interlocutore. In tal caso si parla di “retorica”, cioè di un insieme di regole e di strategie che, applicate nel modo giusto, permettono di convincere e soddisfare l’ascoltatore su uno o più argomenti. Nata 2.500 anni fa, l’arte della retorica ancora oggi può insegnare e svelare dei “trucchetti” per saper impostare il nostro discorso secondo una strategia vincente. Aristotele ha scritto ben due trattati sull’arte del discorso e ha operato una distinzione fondamentale fra “tèkne retorikè” e “tèkne poietikè”. La prima riguarda la comunicazione quotidiana e i discorsi in pubblico: chi parla imposterà il proprio pensiero secondo uno sviluppo “di idea in idea”, come se si trattasse di una mappa concettuale che si forma e si disegna nella propria mente in progressione. La seconda, invece, procede “di immagine in immagine”: è, questa, la tecnica base per comunicare in modo poetico ed evocativo. Per i nostri scopi è utile richiamarci alla “tèkne retorikè”, dalla quale si può ricavare un metodo base per sviluppare le nostre risposte in modo ordinato, logico e persuasivo.

La comprensione batte la memoria
Non pensate di cavarvela memorizzando quante più nozioni potete. Imparare tutto a memoria è umanamente impossibile. Certo, la memoria è indispensabile per fornire velocemente una risposta, ma l’Esame di Stato non è un quiz show: la commissione, infatti, dovrà soprattutto valutare le vostre capacità di ragionamento, di riflessione e di argomentazione. Sarà appunto la vostra “maturità di pensiero” ad essere pesata e premiata. Per questo è fondamentale capire ciò che si legge: la comprensione, infatti, rafforzerà la memorizzazione del concetto base che struttura la nozione. Un antico oratore romano, Catone il Censore (234-149 a. C.), era solito ripetere: “Rem tene, verba sequentur”. Vale a dire: possiedi l’argomento, le parole verranno da sé. Nella fase di preparazione per l’orale, procedete così: leggete il paragrafo (o il capitolo) e cercate di capire i principali concetti comunicati dal testo. Quindi ripeteteli ad alta voce. Solo al termine di questo esercizio individuate le nozioni (cifre, nomi, locuzioni etc.) che vanno memorizzate: ma limitatevi solo alla principali, perché la commissione sicuramente gradirà di più la vostra capacità argomentativa che un’elencazione degna di una rubrica telefonica.

La Retorica, particolare dalla Sala delle arti liberali e dei pianeti (Palazzo Trinci a Foligno, in Umbria) 
Il giusto sviluppo
Possiamo dividere il nostro discorso in cinque parti fondamentali. Anche in questo caso le indicazioni (particolarmente utili per la tesina) ci arrivano dalla retorica antica:
- INVENTIO > invenire quid dicas > trovare cosa dire
- DISPOSITIO > inventa disponere > mettere in ordine ciò che è stato trovato
- ELOCUTIO > ornare verbis > abbellire il discorso
- ACTIO > agere et pronuntiare > recitare il discorso
- MEMORIA > memoriae mandare > ricorrere alla memoria

Per quanto riguarda l’Inventio, Aristotele sosteneva che abbiamo solo l’imbarazzo della scelta. Anzi, il filosofo sviluppò un vero e proprio elenco di “luoghi comuni” raccolti nella sua celebre Topica: una serie di argomenti e di temi da utilizzare a seconda degli interlocutori a cui ci si doveva rivolgere. Nel nostro caso, più semplicemente, individuato l’argomento da trattare, lo svilupperemo secondo la procedura della mappa concettuale (leggi i consigli di Sapere.it per affrontare la prima prova scritta). Potete farvi un’idea di questa procedura navigando nelle Parole del Sapere e nella Guida Visuale. Per la Dispositio, invece, seguite la seguente scansione classica:

esordio > narrazione > epilogo

L’esordio deve contenere le famose cinque W in forma concisa, chiara e accattivante. Ovvero bisogna seminare interesse e creare attese che poi verranno soddisfatte nella narrazione. Questa deve essere ordinata, coerente e, nel complesso, logica. Vanno assolutamente evitati i “salti di senso”: brusche interruzioni di un tema per passare a un altro diverso e non pertinente. Attenzione: la natura interdisciplinare della tesina e dell’orale in genere, deve sempre poggiare su una base tematica comune e sempre riconoscibile. L’epilogo spesso è “tagliato” dal docente con la classica frase: “Va bene così: può bastare”. Val comunque la pena preparare delle conclusioni generali che riassumano, in modo chiaro, l’itinerario interdisciplinare del vostro discorso complessivo. Nell’epilogo, in pratica, dovete spiegare perché avete articolato l’intero argomento secondo determinati temi e scelte. Per quanto concerne l’Elocutio, non ricorrete troppo ad aggettivi, arcaismi e termini tecnici: niente enfasi, ma solo chiarezza. E quest’ultima la potrete abbellire con esempi concreti e metafore. Tutto ciò che contribuisce a “visualizzare” il vostro discorso, sarà gradito dalla commissione: quando pensate a cosa dire, provate a pensare anche per immagini, come se doveste raccontare un concetto con la telecamera e non con le parole. Per Actio e Memoria, invece, non vi resta che provare e riprovare ad alta voce: limitatevi ai concetti fondamentali ricordando il motto di Catone il Censore.

 
Tre trucchi
Ancora tre consigli da applicare davanti ai docenti della commissione.
- Primo: quando parlate, immaginate di rivolgervi a persone di età inferiore alla vostra e meno colte di voi. Esercitatevi in questa tecnica a casa. Vi accorgerete che, così facendo, nell’esposizione orale dei vostri argomenti sarete più spigliati, più chiari, più convincenti. In pratica, crederete di più nelle parole pronunciate: e ciò impressionerà molto favorevolmente i membri della commissione.
- Secondo: non parlate velocemente, ma scandite con calma le singole parole. Anche in questo caso esercitatevi a dovere nella fase di preparazione dell’orale. Ripetete ad alta voce e date il giusto ritmo alle parole. Sotto interrogazione siamo inconsciamente portati a dire tutto in fretta, spinti dal desiderio di porre fine quanto prima a quella “tortura”. Il risultato, però, sarà disastroso: esprimeremo male il nostro pensiero, risulteremo incomprensibili, persino sgradevoli all’udito. Se invece parleremo con calma scandendo bene i termini che decideremo di usare, avremo anche più tempo per organizzare, a livello mentale e mnemonico, i nostri argomenti in modo ordinato e logico. Insomma: parlare piano aiuta a pensare meglio.
- Terzo: non avversate verbalmente il docente. Quasi sicuramente i professori della commissione interromperanno il vostro discorso con ulteriori domande e osservazioni. E lo faranno non con il proposito di mettervi in difficoltà ma, a seconda dei casi, per arricchire l’argomento con altri temi e valutare poi la vostra capacità di sviluppo del ragionamento. Non siete infatti chiamati a recitare un monologo, ma a intavolare un dialogo con la commissione. E questa giudicherà anche la vostra duttilità nell’ampliare i temi del discorso. Quando vi capiterà, dunque, di essere interrotti da un docente, non commettete l’errore di mostrarvi seccati e nervosi. Soprattutto non iniziate a rispondere con locuzioni tipo: “Sì, appunto, è quello che ho detto…”, “Lo avrei detto fra un po’…”, “Questo è un altro discorso…”, “Mah, non so…” o, peggio, “Non mi ha capito…”. Evitate in ogni modo di opporvi dialetticamente a chi vi esamina, ma cominciate il vostro ragionamento con frasi tipo: “Sì, è vero, e inoltre…, “Giusto. Non solo, ma è opportuno anche considerare…”, “Infatti, questa osservazione mi offre l’opportunità di aggiungere che…”, “Come ha giustamente osservato, un altro tema da sviluppare è quello…”. Insomma, fatevi furbi: siate concilianti e, quando occorre, rifilate il classico: “Mi scusi, forse non mi sono espresso nel modo migliore”. L’inizio di un discorso è fondamentale per farsi recepire positivamente da chi ci ascolta: politici e mediatori di pace, prima di intavolare un negoziato, consultano addirittura un manuale di frasi standard d’apertura.

Dormiteci sopra
Perché il nostro cervello sia ben riposato e possa dare il meglio di sé al mattino, è necessario dormire almeno sette ore. Tisane e camomille potranno aiutare i più nervosi ad affrontare la fatidica notte prima dell’esame, ma in ogni caso evitate l’errore di stendervi sul letto e ripetervi mentalmente che “dovete” dormire. Il sonno sfugge a ogni coercizione mentale. Se proprio non riuscite ad addormentarvi subito, vi tranquillizzi questa certezza: giacere sul letto con gli occhi chiusi e i muscoli distesi, aiuta mente e corpo a rilassarsi e, quindi, a rinforzarsi. Il sonno, poi, arriverà da sé in modo naturale. E anche se non avrete dormito sette ore, il vostro giovane cervello vi garantirà ugualmente ottime capacità reattive e mnemoniche.