Cari uomini, smettetela di dirmi che "le donne vere hanno le curve"

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Questo post è apparso per la prima volta su Bustle.

Di Suzannah Weiss

In una recente conversazione sui disturbi alimentari, un amico si è detto preoccupato per tutte le donne che si sentono obbligate a rispondere a degli ideali di perfezione. Si augura che sappiano che gli uomini le preferiscono un po' più in carne. Voglio dire una cosa al mio amico e ai tanti uomini che hanno espresso la stessa opinione: il mio disturbo non aveva niente a che fare con voi.

Il mio comportamento alimentare era tutto e niente. Aveva a che fare con il controllo, con la scarsa autostima, con il perfezionismo e con la "fame" spirituale. Ma non era attribuibile a nessuno di questi fattori. Non riguardava neanche il desiderio di attirare gli uomini.

"Gli uomini amano le curve" e "le donne vere hanno le curve" sono frasi diventate cliché. Non è più irrispettoso o provocatorio dirlo.

Dato che i media continuano a ricordarcelo (da "Anaconda" a "All about that bass"), fare a meno delle mie curve mi era sembrata una forma di ribellione (che non raccomando a nessuno).

A scuola, sentivo i ragazzi parlare delle coetanee solo per il loro corpo. Ho visto uomini guardare con malizia altre donne, senza alcun permesso, come se fosse un passatempo celebrato in film come Animal house e American Pie. Ho schivato occhiate lascive da parte di uomini sconosciuti, ho sentito i miei genitori farmi la solita raccomandazione ironica "Stai attenta", mentre il mio corpo cambiava e si sviluppava. Ho iniziato a percepire il mio corpo come qualcosa di "pericoloso".

Gli uomini stentano a credere che le donne siano pronte a fare la fame per rispondere ad un ideale che non li attrae per niente. Ma il mio disturbo non era affatto guidato dal desiderio di piacere.

Volevo che il mio corpo fosse meno esposto a quel pericolo. Lo facevo per "allenare" lo scarso controllo che avevo su me stessa, anche se era una percezione illusoria.

Le vittime di disturbi alimentari raggiungono questa "sensazione" di controllo modificando il loro peso. Carol Emery Normandi ha scritto nel suo libro Over it: "Mi sentivo al sicuro perché non dovevo avere a che fare con uomini che giudicavano il mio seno o che cercavano di toccarmi. Pensai che un po' di peso in più mi avrebbe protetto come io non ero capace di fare".

I disturbi alimentari sono ascrivibili a violenze e a molestie di tipo sessuale e alla fase della pubertà. Spesso le donne che hanno ricevuto "avvertimenti" sulla pericolosità del loro corpo, soprattutto da giovanissime, sono più propense ad ammalarsi. Anche se gli abusi e le aggressioni non hanno a che fare con l'attrazione fisica, la nostra cultura tende ad incolpare il corpo e la responsabilità ricade su di noi.

Io non volevo attrarre gli uomini, ma proteggermi da loro.

L'ideale irrealistico di "magrezza" influiva sul mio disturbo solo per ciò che rappresentava: ascetismo, perfezione, femminilità negata e desessualizzazione. Ne Il Mito della Bellezza, Naomi Wolf scrive che "la generazione anoressica", nata dal successo di Twiggy e di altre icone scheletriche, coincide con la cosiddetta "generazione pornografica", cresciuta con "un immaginario sessuale sempre più violento e degradante".

Gli uomini stentano a credere che le donne siano pronte a fare la fame per rispondere ad un ideale che non li attrae per niente. Ma il mio disturbo non era affatto guidato dal desiderio di piacere.

Neanche la mia guarigione ha avuto a che fare con questo desiderio. Non dovevo convincermi che gli uomini preferiscono le donne in carne. Guarire significava disimparare ad auto-oggettivarsi (l'auto-oggettivazione è il processo chiave mediante il quale donne e ragazze imparano a pensare a se stesse come ad oggetti del desiderio altrui).

L'abitudine di rassicurare le donne affette da disturbi alimentari, dicendo loro che gli uomini amano le curve, deriva dalla pericolosa convinzione che le nostre decisioni siano basate sulle preferenze del genere maschile.

I disturbi alimentari non sono decisioni, possono essere basati su esperienze vissute con uomini, ma non nel modo in cui si pensa erroneamente. Sono spesso generati da un trauma passato e dal relativo desiderio di opporsi all'oggettivazione sessuale altrui, non dalla volontà di essere degli "oggetti" migliori.

Ringrazio gli uomini che tentano di rassicurarmi con la storia delle curve, ma non mi serve la vostra approvazione. Come ho detto, la cosa non riguarda voi.

Blog e immagini sono state pubblicate da The Huffington Post Usa. Il post è stato tradotto dall'inglese da Milena Sanfilippo.